Un club storico, simbolo identitario della città di Lucca, si ritrova ancora una volta davanti al bivio tra estinzione e ripartenza. Dopo l’ennesimo fallimento societario, la Lucchese non scompare, ma sceglie — o meglio, è costretta — a ricominciare dal basso. Dall’Eccellenza, da una nuova società, da un progetto che per essere credibile dovrà avere basi solide e durature.
L’ennesimo crack e la mancata iscrizione
Il 2025 ha segnato un altro anno nero per la Lucchese. Nonostante una salvezza ottenuta sul campo al termine di una stagione tormentata — culminata nei playout e condizionata da penalizzazioni a ripetizione — la società è stata ufficialmente esclusa dal campionato di Serie C. Nessuna fideiussione, stipendi non pagati, debiti fuori controllo. Il fallimento è stato certificato dal tribunale di Lucca il 22 maggio.
È stato il quarto fallimento negli ultimi vent’anni: una ciclicità drammatica che racconta di una gestione societaria sempre precaria, incapace di garantire una continuità economica e sportiva. La squadra ha spesso vissuto alla giornata, sopravvivendo grazie a imprenditori estemporanei, progetti di facciata e dichiarazioni d’intenti mai seguite da atti concreti.
Una nuova società per un nuovo inizio
Di fronte alla prospettiva di veder sparire la Pantera, il Comune è intervenuto aprendo un bando pubblico per affidare il titolo sportivo. Il risultato è la nascita della Lucchese Calcio S.s.d.r.l., nuova società che parteciperà al campionato di Eccellenza Toscana. Un salto indietro, ma anche l’unica via possibile per non estinguere definitivamente il club.
A guidare questo nuovo progetto c’è una proprietà apparentemente più solida, capeggiata dall’imprenditore Brunori, che ha promesso un’organizzazione professionale, una rosa competitiva e un piano a medio termine per il ritorno tra i professionisti. Dichiarazioni che, per il momento, non bastano a calmare le perplessità di una tifoseria amareggiata e disillusa, ma che rappresentano comunque un punto di partenza.
Una rosa nuova e un’identità da ricostruire
La squadra ha cominciato il ritiro estivo a Montecatini Alto, con una rosa quasi completata già a fine luglio. Sono arrivati giocatori esperti per la categoria, ma anche giovani da far crescere, mentre si attende ancora la chiusura di alcuni ritorni importanti. Alla guida tecnica è stato confermato mister Sergio Pirozzi, già in precedenza vicino all’ambiente rossonero, scelto per la sua esperienza e la capacità di gestire gruppi in costruzione.
Parallelamente, la nuova società ha avviato una campagna di ricostruzione dell’identità del club: si punta a rafforzare il legame con la città, coinvolgere sponsor locali e creare un’organizzazione credibile sia a livello sportivo che amministrativo. Non sarà semplice, ma l’obiettivo è evitare di ripetere gli errori del passato, in cui l’ambizione si è scontrata con l’inconsistenza strutturale.
Una città che non si arrende
Lucca non ha intenzione di rinunciare alla sua squadra. Nonostante le delusioni, nonostante le cicatrici, la città si è stretta intorno alla nuova società e continua a credere che il calcio, se gestito con onestà e visione, possa tornare ad essere un orgoglio. La Lucchese è ancora viva. Ferita, sicuramente, ma viva. E con il giusto supporto, potrebbe risalire. A piccoli passi, evitando proclami, lasciando che a parlare siano i risultati.
La Pantera è caduta più volte. Ora, però, ha davanti a sé un sentiero. Ripido, ma percorribile. E chissà che non sia proprio questa l’occasione per scrivere una nuova storia, finalmente diversa.
L’importanza dell’informazione: strumenti utili per seguire la stagione
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