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Scritto da renata frediani
passioni napoleoniche
19 Marzo 2025

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La figura di Napoleone, anche se appena tratteggiata in penombra in uno dei tanti ritratti a lui dedicati, è immediatamente riconoscibile per due attributi iconici, il mitico cappello, noto come petit chapeau, bicorno o feluca, e la celebre redingote grigia, entrambi simboli che lo resero inconfondibile al grande pubblico.

La redingote non venne ideata da Napoleone. Se ne hanno attestazioni in Inghilterra già dalla fine del XVII secolo, come indumento indossato indifferentemente sia da uomini che da donne per l’equitazione e le battute di caccia. Utilizzata dai militari per ripararsi dal freddo nei periodi invernali durante l’Ancien Régime e la Rivoluzione francese, solo grazie a Napoleone, che influenzò anche la moda con il suo notevole carisma, la redingote divenne un elegante indumento da passeggio in panno nero, verde o grigio.

Napoleone adottò un modello semplice, di linea ampia, da indossare sopra la divisa, a doppio petto, caratterizzato dal collo a grandi revers, realizzato in semplice panno verde o grigio, prodotto a Louviers, importante località francese famosa per la migliore produzione di tessuti a livello europeo, e foderato in seta.

I primi capi consegnati nel 1804, 1808 e 1809 furono realizzati dal sarto personale dell’Imperatore Chevallier, autore anche degli abiti dell’incoronazione di Napoleone e Josephine, avvenuta a Parigi il 2 dicembre 1804 nella cattedrale di Notre-Dame davanti a 12.000 invitati.

Le redingote commissionate da Napoleone, documentate tra il 1804 e il 1815, includono un’ultima consegna poco prima della partenza per Waterloo.

Le fonti attestano che per realizzare il cappotto servivano 3 metri di tessuto, tela in cotone per le tasche, e 3,5 metri di fodera in seta per un costo complessivo per ciascun capo di 200 franchi, poi sceso a 160 franchi con le consegne del nuovo sarto Lejune, corrispondenti alla paga di circa 5 mesi di lavoro di un bracciante.

Per la campagna di Russia furono realizzate quattro redingote tra cui una preziosissima foderata di pelliccia di cincillà per proteggere Napoleone dal gelo delle nevi russe, immortalata in numerose stampe e dipinti che ritraggono l’imperatore sul campo di battaglia. Di questi capi tre andarono distrutti durante l’incendio di Mosca.

Oggi si stima Napoleone abbia utilizzato circa quindici redingote delle quali, attualmente, se ne conservano tre, due esposte al Musée NapoléonI, presso il Castello di Fontainebleau, una in panno verde e l’altra in panno grigio, ed una, di panno grigio, presso il Musée de l’Armée a Parigi.

L’Imperatore nella vita privata fu un uomo semplice, indossava abiti pratici, sempre rigorosi, fortemente in contrasto con gli indumenti dei suoi generali e marescialli che calzavano copricapo piumati ed indossavano divise con galloni dorati.

Bonaparte amava vestire simile ai suoi soldati e la redingote, sempre indossata sui campi da battaglia, oltre che renderlo riconoscibile sul teatro di guerra suscitava ammirazione e rispetto nei soldati anche se intravista passando davanti al suo bivacco.

Luise Marchand, il fedele valet de chambre che seguì Napoleone negli esili dell’Elba e di Sant’ Elena, racconta nelle sue memorie che l’imperatore con quella redingote grigia suscitava una sensazione di magica empatia con i suoi soldati.

I suoi soldati lo chiamavano Piccolo caporale e per non esporlo ai pericoli erano pronti a rischiare persino la loro vita. Piccolo caporale, non per la leggenda che vuole Napoleone di bassa statura. L’appellativo, dato dagli stessi soldati, fa riferimento in realtà alla giovane età, 27 anni, non comune per l’epoca, che Napoleone aveva ai tempi della Prima campagna d’Italia. La sua statura rientrava perfettamente nella media degli uomini della Francia del XVIII secolo ma sui campi di battaglia, vicino agli ufficiali della Guardia Imperiale, sempre al suo fianco, risultava più basso poiché tra i criteri di scelta degli ufficiali adottò quello di nominare uomini con una statura superiore alla media. Da qui l’origine di una di quelle false credenze su Bonaparte che tuttavia fa parte della costruzione del mito napoleonico nella memoria collettiva.

Prima di ogni battaglia Napoleone comunicava spiegando in modo semplice e diretto, con messaggi chiari, gli obbiettivi da raggiungere, la loro importanza ed il modo per poterli attuare, convinto, come recitava una delle sue massime militari, che «qualsiasi ordine fraintendibile verrà frainteso». Questo rapporto diretto con i soldati caratterizzato da una corretta comunicazione, stabiliva un’autentica fiducia all’interno dell’esercito creando un così intimo rapporto di identificazione tra le parti tale da divenire una delle peculiarità dell’esercito napoleonico.

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