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Scritto da Redazione
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15 Aprile 2020

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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato a firma PalP Lucca sulla protesta attuata anche dalla sede lucchese di Confindustria che ha messo le bandiere a mezz'asta per protestare contro i mancati profitti provocati dalla pandemia in corso in totale spregio della vita e della salute dei lavoratori che, secondo loro, dovrebbero morire sul posto di lavoro piuttosto di fermare la produzione:

Confindustria mette le bandiere delle sue sedi a mezz'asta inscenando il lutto per la chiusura aziendale contro il contagio. Un atto indecente e sprezzante verso le decine di migliaia di lutti che attanagliano il nostro paese.

Confindustria si rammarica infatti per il mancato profitto, per i soldi non guadagnati, non per le persone venute a mancare, e questo è uno spregio alla sofferenza di tante famiglie di una gravità assoluta, che smaschera e mette chiaramente in primo piano le priorità della categoria, senza curarsi delle conseguenze.
Noi, come lavoratori e lavoratrici, sappiamo bene come non vengano rispettate le norme di sicurezza nei luoghi di lavoro già durante periodi di normale amministrazione, e in questo momento può essere solo peggio, come purtroppo già dimostrato in più parti d'Italia, dove addirittura si licenzia (sempre in Toscana, nel Mugello) chi denuncia la mancanza di dpi.

Data la condizione di disagio sociale nel quale sta piombando sempre di più questo paese, non ci possiamo farci ricattare da Confindustria. Non è accettabile che si costringano migliaia di lavoratori a tornare a lavoro ora che a crollare sono gli interessi di pochi, quegli stessi che non si sono mai fatti scrupoli a licenziare, a delocalizzare, a stracciare i diritti conquistati in decenni di lotte.
Considerando anche il ritardo catastrofico nell'esecuzione di tamponi in una fase ancora critica per l'emergenza sanitaria e l'assenza di protocolli specifici per la sicurezza per ogni singola azienda.

Ai lavoratori non rimane che scegliere: o la borsa o la vita, messi di fronte alla minaccia di chiusura delle aziende e quindi dell'unica fonte di sostentamento di milioni di famiglie.

In questo senso lo Stato deve garantire delle misure sociali che aiutino chi non lavora, chi non arrivava a fine mese già prima dell'emergenza e a maggior ragione è in difficoltà adesso, chi non ha una casa, purtroppo tutti problemi che la nostra società aveva anche prima e di cui in pochi si curavano, oggi è il momento costruire qualcosa di nuovo, consapevoli degli errori fatti e che se vogliamo una via di uscita ce l'abbiamo.

Si lavori in questa direzione invece che speculare sulla pelle delle persone.

Vostri i profitti, nostri i morti.  

 

 

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