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   Anno XI 
Martedì 10 Giugno 2025
- GIORNALE NON VACCINATO
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Scritto da andrea cosimini
Cultura
15 Agosto 2022

Visite: 450

Un silenzio irreale. Gli occhi ancora semi-chiusi dal sonno si fanno strada, quasi in automatico, tra i sentieri in ombra della Fortezza. Il mondo ancora riposa: sono le 3 di notte, non vola una foglia. 

Poco più di due chilometri separano Mont'Alfonso dal capoluogo. Il clima è piacevole, nonostante sia notte inoltrata. Muniti di torcia, un manipolo di eletti si dirige a piedi verso quello che un tempo fu il baluardo della nobile stirpe estense: chi, più prosaicamente, costeggiando la strada, e chi, con animo più romantico, percorrendo al buio il sentiero dell’Ariosto, ovvero, la cosiddetta 'passeggiata degli innamorati'. 

La monumentale cinta muraria è al meglio di sé: impossibile non fermarsi a scattare una foto che, come sempre, non renderà mai giustizia all'occhio umano. La fila di appassionati intanto cresce. Stasera è ospite del festival un pianista d'eccezione: Danilo Rea. Suonerà all'alba. Già, l'alba: quell'ancestrale miracolo che si ripete ogni giorno e che deve aver stupito - e non poco - Adamo, il nostro progenitore, la prima volta che l'ha ammirata...

Rea ha salutato le circa 300 anime presenti, poi si è seduto subito al suo Steinway & Sons per un assolo di oltre un'ora senza soluzione di continuità. Troppo profano chiedere un applauso alla fine di ogni brano. Quasi blasfemo, vista la sacralità del momento. 

E con cosa poteva partire se non l'alfa e l'omega, ovvero il Notturno di Chopin e il Nessun dorma di Puccini? Magico. La platea era quasi incantata dalle note celestiali che uscivano da quelle mani fatate. Il pianista ha spaziato poi il suo repertorio dal jazz al cantautorato italiano, accennando melodie di Battisti e De André, ma anche di maestri come Gershwin. 

Chi era vicino al palco, ha potuto udire l'artista soffrire, gioire, persino canticchiare i motivetti suonati con un trasporto unico ed eccezionale. Il suo piede batteva incessantemente: ma non era un semplice tenere il ritmo, era proprio uno sfogo dell'anima. 

Intanto il cielo, di brano in brano, si è schiarito, la guazza si è depositata al suolo e il respiro del mondo che si sveglia ha accarezzato la terra con il suo dolce alito. Ogni tanto qualche stella cadente ha catturato l'attenzione di chi, sognante, aveva lo sguardo già rivolto in alto. Qualcuno ha persino espresso un desiderio: ma cosa c'era da chiedere di più che essere qui, stamattina, sotto questa meravigliosa luna, contemplata con atavico rispetto dai pianeti e dalle stelle fisse attorno?

Che bello quando la lancetta del tempo si ferma per un attimo...

Foto di Andrea Cosimini

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