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Scritto da Redazione
Economia e lavoro
25 Ottobre 2020

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“Non ci sono i presupposti per guardare al futuro, questo decreto avvicina lo spettro di un nuovo lockdown generalizzato e, in 20 pagine di provvedimento, non si registra il benché minimo sostegno alla ripartenza delle aziende”. È molto critica Conflavoro Pmi Lucca alla luce del Dpcm su cui ha trovato la quadra stanotte il Governo. “Purtroppo è stato ignorato di fatto quasi completamente il grido di allarme e le richieste delle Regioni. Vi è non solo una grande incertezza e carenza circa le misure economiche di indennizzo alle chiusure per decreto, ma vi è, di conseguenza, il blocco implicito a tutti i timidi progetti di investimento ipotizzati dalle Pmi per il 2021”.

 

“La prevenzione è sacrosanta e tutti abbiamo fatto sacrifici in questa ottica, ma anche il rimborso totale per le chiusure forzate lo è – avverte Conflavoro – e le imprese lo pretendono, è un loro diritto. Attendiamo il decreto Ristoro annunciato da Conte per martedì, ma sia chiaro che i nostri commercianti e artigiani sono stanchi di promesse disattese, servono interventi economici solidi e duraturi, che guardino non solo al futuro ma anche all’immediato con celerità di erogazione, quella che finora è mancata. Bene il fondo perduto, lo chiediamo da sempre, ma stavolta non può essere una mancia. E soprattutto rischia di essere pressoché inutile se non accompagnato dallo stop ai costi fissi come Conflavoro ha chiesto, ciascuno per la propria competenza, a Governo, Regione e anche all’amministrazione Tambellini”.

 

“I servizi alla persona saranno purtroppo i prossimi sotto la lente di ingrandimento. Palestre, cinema e luoghi simili non vanno dimenticati, non potrà bastare un piccolo indennizzo mensile come durante la prima ondata. Il settore turistico, poi, esce in ginocchio da questo nuovo Dpcm anche in vista della stagione invernale. Le attività di ristorazione – conclude Conflavoro – in ginocchio ci sono invece da un anno. Di certo un centro storico caratteristico come quello di Lucca rischia il tracollo con le saracinesche giù alle 18. Non si chiude tutto per decreto, ma si fa molto peggio: si costringe a chiudere e c’è solo da sperare che lo stop non prosegua anche a dicembre, altrimenti, più che un decreto Ristoro, servirà un miracolo economico”.

 

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