Una cosa è certa. Di locali come questo, in tutta Italia, non ne abbiamo mai incontrati. Originali? Di più. Ironici? Di più. Onirici? Di più. Un ambiente come quello della trattoria da Ubaldo in via Anfiteatro non esiste in nessun'altra città italiana. Ha detto bene una delle simpaticissime e sveglie cameriere: ambiente fallico dovuto alla presenza di una infinità di falli che, alla fine, rendono bene l'idea di come la pensi il proprietario e di come la pensino i suoi commensali. Del resto, basta l'enorme uccellato di Lucca prodotto della casa e della città, per far capire l'aria che tira se si pensa che togliere la B iniziale ha storpiato il dolce lucchese più famoso, il buccellato, per essere sostituito da un organo sessuale maschile denominato, appunto, uccellato.
Ma, perdonateci l'ardire, in questo splendido ristorante dove regna sovrana la musica che conta e che resta, dove il menu è ricco di portate tipiche della cucina lucchese, dove alle pareti stanno ritratti assai lugubri, ma decisamente coinvolgenti, di cazzi ne trovate dappertutto, in tutte le salse e di tutte le misure. Anzi, diremmo che la parola d'ordine è proprio quella riferita all'organo riproduttivo maschile. Tutto ciò, però, non solo non crea problemi, ma, al contrario, attira avventori che apprezzano la genuinità e quell'Ubaldo pieno di tatuaggi e piercing che, però, è una persona squisita.
Stasera c'erano due amici harlisti, Giorgio e Cavallo Claudio Simoni, due personaggi che con le loro moto hanno scoperto da decenni la filosofia delle due ruote americane.
Cucina buona, con risotto al radicchio e gorgonzola niente male e ottimi i ravioli in bianco. Tenera come il burro la tagliata accompagnata da patate al forno, zucchine e melanzane in umido. L'ambiente fallico non è enorme, ma sufficiente ad ospitare alcune decine di clienti. Due parola per il servizio, preciso, puntuale, svelto e simpatico.