Caro direttore,
la vicenda GEAL potrebbe trovare posto nelle grandi narrazioni omeriche: inizia anni fa e forse è lontana dal concludersi.
Geal distribuisce ”l’oro blu”, l’acqua che scende dalla Garfagnana ed entra nelle mura della città: obiettiva ricchezza del territorio, pregiata oggi, ambita in futuro.
Geal garantisce ai lucchesi la tariffa più bassa della Toscana e un servizio “su misura”, una sorta di “boutique idrica” contrapposta ai “supermercati” che operano altrove.
La vicenda ha pesanti risvolti politici.
L’intervento del signor Olivati ne è una riprova: mi permetto qualche rilievo di ordine economico, con la ovvia premessa che il signor Olivati ha il diritto di pensarla come vuole.
Da una breve analisi comparata dei bilanci 2023 (GAIA non ha ancora pubblicato il bilancio 2024) rilevo alcuni dati economici di notevole interesse.
Seguendo le indicazioni del signor Olivati:
Rilevo la segnalazione che il 48% degli utili distribuiti da Geal va al “socio privato” ACEA il cui socio di maggioranza e controllo è però il Comune Roma Capitale col 51%
Dunque il 51% dell’utile distribuito da GEAL al “privato” ACEA va al Comune di Roma che non è un privato.
Rilevo che il signor Olivati si duole perché oggi il 48% di questo utile va a Roma. Vero, ma il 52% resta a Lucca: con la vendita di GEAL l’intero 100% andrà prima in Versilia e dintorni e infine a Firenze.
Infatti anche le pietre conoscono il progetto fiorentino: Gaia incorpora Geal, Multiutility Toscana 1 spa incorpora Gaia e si quota in borsa fino al 49% delle azioni: la Multiutility fiorentina ha sede in Firenze e peraltro sarà partecipata al 49% da investitori privati.
Rilevo che l’utile di Geal è stato di € 1.878k (6.5%), l’utile di GAIA è stato di € 510k (0,46%), e la semestrale 2024 chiude in utile di € 590k: Gaia non distribuisce utili ai soci soprattutto perché non li fa, forse riesce a chiudere bilanci in sostanziale pareggio: chi è del mestiere sa che gli utili di una Public Company sotto l’1% derivano spesso da - lecite - manovre dì “aggiustamenti” tecnici per recuperare qualche punticino e presentare un bilancio che “tiene” formalmente. Molto indizi lasciano pensare che questo sia anche il caso di GAIA.
Rilevo che la produttività del personale è migliore in GEAL che con 84 dipendenti produce € 28,8 milioni di ricavi. L’apporto pro capite ai ricavi è di € 342K. Per contro GAIA con 552 dipendenti realizza ricavi per € 110 milioni. L’apporto pro capite a<i ricavi è di€ 199k.
L’incidenza del costo del personale sui ricavi è del 26% in GAIA e dell’11% in GEAL.
In termini patrimoniali rilevo che GAIA con € 190milioni di debiti ha un indice di – 177% rispetto ai ricavi, Geal con debiti per € 15milioni ha un indice di - 54%.
Mi fermo perché tutti gli ulteriori dati confermano la tendenza: i bilanci GEAL sono molto migliori di quelli GAIA.
Rilevo che GEAL applica agli utenti le tariffe più basse della Toscana: è un numero, basta leggerlo.
Non rilevo particolari contenziosi o diffuso malumore contro la gestione Geal, ne rilevo contro quella GAIA: basta leggere le cronache.
Rilevo che investimenti e manutenzioni straordinarie di Geal sono più elevati in percentuale e più recenti rispetto a Gaia.
Col rischio che nelle proiezioni future le” immobilizzazioni materiali” (impianti/rete idrica) si deteriorino più rapidamente costringendo GAIA a interventi straordinari.
La eventuale acquisizione di Geal parrebbe fatta tutta a debito: si tratta di € 28milioni stimati da GAIA (?), che tuttavia finora, quale che sia il motivo, non ha consegnato a Lucca Holding la documentazione che consenta una base concreta di trattativa.
Rilevo il rischio insito nella ipotesi, fatta propria dal signor Olivati, del pagamento totale o parziale del prezzo con concambio quote/azioni.
Geal conferirebbe, insieme ad asset ben definibili in valore, un utile consolidato dell’6,5/7% anno, prenderebbe azioni GAIA che produce utili sotto lo 0,5% e non li distribuisce. Quale sarebbe il “moltiplicatore” riconosciuto a GEAL?
In sostanza un concambio quote Geal/azioni GAIA avrebbe ben poche giustificazioni economiche.
Siccome è arduo spiegare agli utenti differenze di prezzo per lo stesso servizio, temo che GAIA adeguerebbe le tariffe GEAL alle proprie. A spese dell’utenza lucchese ne deriverebbe il correlato incremento di utile e un più rapido raggiungimento del ROE (il rimborso di quanto speso per l’acquisto di GEAL).
Per inciso dissento dalla decisione Geal di mettere zero a fondo rischio crediti: Geal ritiene di poter riscuotere proprio tutti i suoi crediti. Ci credo poco!
Contrariamente alla convinzione del signor Olivati, GAIA pare tutt’altro che pronta a “gestire la transizione”, anzi da attendibili fonti interne perviene l’indiscrezione che l’accantonamento previsto per l’acquisto di GEAL sia stato rimosso in attesa di sviluppi ulteriori.
Può darsi che il Sindaco cerchi di sottrarre Geal al destino cui la legge regionale 69/2011 la condanna; bollare come “balletto imbarazzante e inutile” questa linea di condotta è un legittimo espediente politico (anche se un po’ forzato nel linguaggio), ma anche il signor Olivati converrà che sotto il profilo tecnico/economico tutto induce alla cautela: non tanto per il Sindaco e per la sua maggioranza, quanto per gli utenti lucchesi (signor Olivati e compagni compresi), la diluizione della loro GEAL in GAIA potrebbe non essere il grande affare di cui la sinistra pare convinta.
A queste sintetiche, parziali e solo orientative considerazioni di ordine economico, si aggiunge tutta la parte legale, politica e meta politica cui, se tu, caro direttore, nulla hai in contrario, dedicherei una prossima puntata per non scrivere un romanzo anziché un articolo.
Geal/Gaia risvolti economici
Scritto da francesco pellati
Politica
19 Giugno 2025
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