Anno XI 
Giovedì 31 Luglio 2025
- GIORNALE NON VACCINATO

Scritto da loreno bertolacci
Politica
30 Luglio 2025

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La suggestiva cornice della Versiliana, uno dei festival culturali più prestigiosi d’Italia situato a Marina di Pietrasanta, ha recentemente ospitato un evento di grande interesse, attirando un pubblico numerosissimo, curioso di ascoltare le riflessioni di due figure di spicco del panorama italiano: il generale Roberto Vannacci e il giornalista Alessandro Sallusti.

Confronto tra due voci diverse dove il giornalista, nonostante le sue manifeste simpatie per il generale, non ha fatto sconti. Un dialogo, quello tra Vannacci e Sallusti, che ha evidenziato, qualora ve ne fosse ancora bisogno, le idee chiare del generale, con prese di posizione forti e contro corrente che tuttavia risultano condivise da milioni, possiamo dirlo, di persone che costituiranno i prossimi bacini di voto per le future elezioni, a tutti i livelli.

Un momento di confronto quello tra il famoso giornalista direttore di alcuni dei principali quotidiani italiani che ha voluto sottolineare due approcci differenti all’attualità e alla società. Vannacci, che ha spesso attirato attenzione per le sue dichiarazioni e pubblicazioni, ha condiviso con l’anchorman il suo punto di vista su temi di politica, identità nazionale e ruolo delle forze armate, stimolando riflessioni sul rapporto tra istituzioni e cittadini. Sallusti, da parte sua, ha analizzato le sfide del giornalismo contemporaneo, la libertà di stampa e la responsabilità dei mezzi di comunicazione nel plasmare l’opinione pubblica. Sallusti, aprendo la serata ha esordito: “c’è più gente con lei che con Bersani la settimana scorsa” a confermare la grande presenza di pubblico alla manifestazione.

Il generale, come sempre a suo agio, ha risposto puntualmente parafrasando le battute di Bertinotti impegnato da tempo a “smacchiare giaguari”. Argomenti affrontati da subito quello delle spese militari per la difesa, al quale il generale ha risposto evidenziando la scarsa attenzione che c’è stata per anni nel mantenimento di un esercito atto a difendere la nostra nazione con la diminuzione di spesa per tale scopo che in alcuni momenti è scesa sotto l’uno per cento del prodotto interno lordo nazionale.

Una politica, come ha voluto sottolineare Sallusti, che ritiene le spese militari inutili. Naturalmente l’argomento importante del momento per molti è stato quello della pensione del generale, argomento affrontato dal Fatto Quotidiano e ripreso da varie testate giornalistiche. Una decisione, quella presa da Vannacci, maturata a seguito di una profonda riflessione: “Avevo finito, credo, il mio periodo attivo all’interno delle forze armate; dopo 5 anni passati come europarlamentare, avrei potuto rientrare. Ma ritengo che dopo tanto tempo totalmente al di fuori di un sistema sarei rimasto lì per poco tempo solo a scaldare una sedia in attesa di una pensione potenziata che sarebbe arrivata dopo, quindi ho preferito anticipare.”

Sallusti incalza: “Ma lei non pensa che essere un bravo generale non comporta, come conseguenza automatica, essere un buon politico?” Il generale ha prontamente risposto al direttore riportando esempi come Napoleone, Winston Churchill, Eisenhower, De Gaulle: tutti ex militari che hanno brillantemente fatto poi carriera politica. Essere militari, secondo Vannacci, non è un trampolino di lancio per la politica ma neppure antitetico. Al contrario, l’ambiente militare può aiutare nella formazione, nella decisione e nella resilienza, che in politica è sempre importante.

L’intervista confronto tra Vannacci e Sallusti è andata avanti parlando di Putin e Zelensky e naturalmente della guerra in Ucraina. Per poi passare a quella in medio oriente dove Israele sta combattendo contro i terroristi di hamas e dove il presidente francese Macron, con la sua ultima uscita solitaria, vuole riconoscere la Palestina. Idea ampiamente disapprovata puntualmente anche da Trump.

Ennesima “cinquina”, come l’ha definita Vannacci, presa da Macron, dopo quella della moglie Brigitte, un presidente al minimo storico della sua popolarità in Francia con solo il 19 per cento di popolarità secondo i recenti sondaggi. Per riconoscere una nazione, secondo Vannacci, ci debbono essere i tre requisiti principali: un popolo, un territorio, la sovranità. Requisiti che per il momento non sono così chiari.

A questo punto Sallusti, in modo quasi provocatorio, ha posto la domanda conseguenziale: lei è d’accordo con quello che sta facendo l’esercito israeliano? Vannacci ha risposto condannando l’eccessiva azione dell’esercito israeliano pur avendo Israele il diritto di difendersi.

Si è parlato poi della Lega e della figura di Vannacci all’interno dello schieramento politico del carroccio, compresa l’idea riportata da diversi rotocalchi nazionali di creare un nuovo partito. Il generale ha smentito ogni illazione a tal proposito argomentando con logica la sua posizione di rimanere saldamente all’interno della Lega e se mai “vannaccizzando” il partito stesso con il suo apporto di idee e iniziative. Un popolo, anche quello della lega, che ama il generale con qualche personaggio di spicco del partito che però non condivide le sue idee. Ma in modo molto sereno Vannacci ha ribadito, concludendo l’argomento: “se ne faranno una ragione.” Tanti gli altri argomenti trattati: uno tra questi la trattazione da parte di Vannacci in una trasmissione radiofonica del periodo fascista e le cose ben fatte durante tale periodo. Un periodo indubbiamente buio quello fascista nel quale tuttavia sono state fatte anche cose buone come alcune riforme  comprese come la riforma gentile, il codice Rocco ed altro ancora ma dove i falsi storici del ventennio non hanno sufficientemente evidenziato quanto di buono sia stato fatto.

L’eutanasia e la legiferazione a tale scopo, altro argomento attuale di cui Vannacci ha una precisa idea, quella della libertà individuale di decidere per la propria vita ma non quella di legiferare in tal senso. In merito a tale argomento il generale ha affermato: “in merito ai temi etici non ho mai auspicato un cambiamento della legge 194,  mentre sull'eutanasia credo che la vita sia un dono e credo che la libertà individuale prevalga ma legiferare in tale senso non sia opportuno dal mio punto di vista.” Tanti altri ancora gli argomenti trattati: l’autonomia differenziata, la riforma della giustizia, il premierato ed altri ancora per il quali, sempre argomentando con estrema logica e lucidità, ha espresso il suo parere motivandolo e giustificandolo in ogni sua sfaccettatura. Insomma, il generale ha idee chiare su tutto quanto è oggetto di dibattito in questo difficile periodo. Alla domanda di Sallusti se pensasse un giorno di guidare il paese Italia la risposta di Vannacci è stata chiara: “vedremo, dipende da loro” , indicando il foltissimo pubblico presente alla Versiliana che l’ha applaudito con costanza ad ogni risposta che ha dato.

Quell’elettorato dal quale ha avuto tanti consensi e per il quale sta lottando in Europa all’ europarlamento, per un futuro più sicuro e prospero per i nostri figli. La sicurezza è un cavallo di battaglia per Vannacci, quella sicurezza che oramai sempre più persone vedono minata da in arrivo indiscriminato di migranti.

Le parole di Roberto Vannacci su Papa Leone XIV sono state altrettanto chiare: “auspico che il santo padre riporti soprattutto tanta voglia, tanto orgoglio di difendere i principi della cristianità, che credo che negli ultimi anni siano stati invece un pochettino offuscati, anzi, sembrava quasi che la religione cattolica si dovesse piegare all'imposizione di altre culture e di altre religioni, cosa che sinceramente, non essendo un grandissimo religioso né un grande praticante, però sotto l'aspetto culturale non accetto e non accetterò mai”.

Gli interventi di Vannacci hanno suscitato  e suscitano sempre reazioni contrastanti: da un lato ricevendo applausi da parte di coloro che condividono un approccio più conservatore e nazionale, dall’altro suscitando discussioni accese tra coloro che sono pronti a mettere in discussione alcune delle sue affermazioni. Sallusti, con il suo stile tagliente, ha approfondito temi come la libertà di stampa, la crisi dei valori e il ruolo dell’opinione pubblica, offrendo spunti di riflessione e qualche pungente battuta.

Un momento di riflessione culturale, un punto di incontro tra attualità e opinioni è stata la presenza di Vannacci e Sallusti alla Versiliana, rappresentando un esempio di come eventi culturali possano diventare piattaforme di discussione sulle grandi questioni della società contemporanea.

La versatilità del festival, che alterna letteratura, musica, teatro e incontri di pensiero, si conferma come un contesto ideale per stimolare il dibattito pubblico e favorire una maggiore consapevolezza tra i cittadini. L’incontro tra Vannacci e Sallusti alla Versiliana ha sottolineato inoltre l’importanza del dialogo tra diverse visioni del mondo, anche quando le opinioni sono contrastanti. In un’epoca di grande complessità e cambiamenti rapidi, occasioni come queste sono fondamentali per rafforzare il senso di comunità e di partecipazione civica, contribuendo a una società più informata e consapevole.

   

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