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Appello di due sorelle a Eugenio Giani per la madre malata: "Presidente ci aiuti, siamo disperate"
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Un necrologio di emozioni per salutare la scomparsa di José “Pepe” Mujica, ex presidente dell'Uruguay
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Riceviamo e pubblichiamo questa lettera, firmata dal Comitato per S.Concordio, assoc. Amici del Porto della Formica, Archivio Storico S.Concordio, e rivolta al sindaco del comune di Lucca, all’assessore all’ambiente, all’assessore delegato ai Quartieri Social e a ERP Lucca.
"Ha ricevuto molto apprezzamento l’iniziativa del Comune di non falciare l’erba sui bordi dei fossi degli spalti, allo scopo di creare dei corridoi biologici.
Siamo quindi rimasti esterrefatti nel vedere che il 4 maggio, il giorno dopo che avevamo ripulito dai rifiuti il campo in via Savonarola, tra l’Esselunga e la zona allagata del boschetto dei Chiariti, il Comune abbia disposto lo sfalcio “dentro” la zona allagata!
In quel laghetto lungo la Fossa Media fin dall’800 il botanico Benedetto Puccinelli aveva documentato la presenza di rare erbe palustri, che ancora oggi si trovano solo qui e nel lago di Sibolla. In questo periodo dell’anno attorno queste grandi pozze d’acqua di S.Concordio nidificano la gallinula chloporus e l’ anatra selvatica, sono in riproduzione i piccoli anfibi e fiorisce il Leucojum aestivum.
Proprio la grande fioritura del Leucojum aestivum è stata recisa alla base dagli operai del Comune, come si vede dalle due foto a confronto 1 e 2 , e sicuramente durante le operazioni di sfalcio sono state disturbate le covate degli uccelli che nidificano a terra e le colonie dei girini.
Quella del 4 maggio è stata la prima volta, in tanti anni, che è stato eseguito lo sfalcio dentro la zona allagata dei Chiariti, non era mai stato effettuato in precedenza. Come mai proprio ora? Forse era preordinato e propedeutico alla realizzazione del progetto dei “Quartieri Social” che prevede la costruzione di una galleria coperta in acciaio, lunga oltre 200 metri e alta 4 metri, che dovrebbe collegare via Savonarola a p.Le Aldo Moro, portandosi via anche una buona fetta della Montagnola e del relativo laghetto?
Anche nell’unico progetto fino ad ora realizzato dei Quartieri Social, l’area verde nella trav.I via
Formica è stato fatto un vero e proprio scempio ambientale: l’area verde è stata in gran parte cementificata e stravolta senza alcuna ragione, e là dove c’era una naturale depressione del terreno e si era formato un piccolo laghetto popolato da rane e anatre, c’è ora una enorme spianata di cemento, come si vede nelle foto a confronto 3 e 4 !
Chiediamo quindi al Comune di essere coerente con le sue dichiarazioni teoriche a favore dell’ambiente, e di rinunciare ai progetti faraonici e superflui dei Quartieri Social previsti per S.Concordio, compreso il più devastante di tutti, quello della Piazza Coperta sul sito del Porto della Formica. Tutti progetti evidentemente concepiti per spendere velocemente e facilmente, in cemento ed in acciaio, i finanziamenti ministeriali ricevuti, senza alcun rispetto del territorio, dell’ambiente e delle richieste dei cittadini".
Lucca, 9/5/2010
Comitato per S.Concordio
assoc. Amici del Porto della Formica
Archivio Storico S.Concordio
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento attinente la difficile situazione abitativa in cui si sono venute a trovare numerose persone e nuclei familiari nel territorio comunale:
È passato circa un mese dal lancio della Cassa di Resistenza in collaborazione con la Società Popolare di Mutuo Soccorso “G. Garibaldi” ed è tempo di un primo bilancio. Ma prima dei numeri è importante sottolineare il significato politico della scelta: ricreare anche a Lucca una forma concreta di mutualismo, resa ancora più necessaria dalla crisi sanitaria ed economica che ha colpito quest’anno il Paese e il mondo intero.
Con la costante crescita di richieste di settimana in settimana siamo arrivati a consegnare a domicilio 35 pacchi con alimenti e altri generi di prima necessità, oltre a fornire due contributi per il versamento dell’affitto e uno per il pagamento di una visita medica. Il tutto per una spesa complessiva di circa 1500 euro e un totale di 34 famiglie e 92 persone beneficiarie, sia singole, che conviventi.
Buona parte di queste persone sono state seguite da Potere al Popolo anche con consulenze per ottenere aiuti e sussidi erogati da Comuni e INPS: nello specifico stiamo facendo domanda per due NASPI e abbiamo ottenuto i buoni spesa per una persona.
Ma la nostra solidarietà non è mai stata semplice assistenzialismo. Il nostro obiettivo è praticare mutualismo. Perciò è il momento di un bilancio politico.
In primo luogo, la nostra solidarietà significa resistenza. A fronte di aiuti clamorosamente insufficienti, di un grigio sistema burocratico che dichiara di non lasciare indietro nessuno ma che rende l’accesso alle poche risorse una corsa a ostacoli, ingabbiato in una serie di peripezie per dimostrare il possesso dei requisiti, aiutare le persone a praticare i loro diritti è resistenza. Stando ai dati forniti dall’INPS, infatti, solo il 19% dei lavoratori ha usufruito della cassa integrazione in deroga e quasi un milione di domande per il bonus 600 euro sono state respinte o sospese. 600 euro che, comunque, sono appena sufficienti per pagare affitto e bollette di una famiglia media. Aiutare queste persone con un pacco alimentare o con una consulenza è resistenza. Praticare solidarietà significa mettere in campo una forma di vita politica.
Ma questo mese ci ha insegnato anche a fare inchiesta, il punto politico più pregnante. Infatti, è stato frustrante constatare che molte delle persone che si sono rivolte a noi non avevano diritto a nessuna forma di aiuto, a causa della necessità di dimostrare la residenza e il peggioramento delle condizioni economiche dovuto all’emergenza sanitaria. Non è scontato avere la residenza nel comune in cui si vive e purtroppo nemmeno ottenere quella fittizia prevista dalla legge, per non parlare di coloro che presentavano situazioni di grave disagio economico e sociale già prima dell’emergenza COVID-19.
Le lunghe telefonate in cui ci vengono poste questioni sul diritto all’abitare e sul reddito hanno di fatto costruito la nostra prossima agenda politica territoriale. L’emergenza abitativa, l’impossibilità di accedere alla residenza fittizia e l’incidenza del lavoro nero e grigio, rappresentano le principali cause delle difficoltà inasprite dalla crisi sanitaria.
Infine, abbiamo strutturato metodo e organizzazione: se, come diciamo sempre, vogliamo fare tutto al contrario, abbiamo provato ad ascoltare il territorio e stiamo imparando a costruire le risposte con chi ci pone le domande. Tante le persone che hanno condiviso un pezzo di strada con noi, sono state aiutate e hanno risposto mettendosi a disposizione, adesso è il momento di concretizzare e dare alla nostra azione una prospettiva di lunga durata.