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Scritto da Redazione
Economia e lavoro
22 Luglio 2021

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L’obiettivo di lungo periodo non è solo quello di centrare le “emissioni zero”, ma diventa ancora più ambizioso: addivenire ad una “impronta positiva”, un saldo con segno più insomma, con una quantità di ossigeno prodotta dall’attività istituzionale dell’Ente, più alta di quella consumata.

E’ quanto emerge dal bilancio ambientale del Consorzio 1 Toscana Nord: che sarà posto a breve all’approvazione dell’assemblea consortile, contestualmente alla discussione del bilancio consuntivo in programma.

“Il nostro è il primo Ente consortile in Italia ad aver approvato la dichiarazione di emergenza climatica – ricorda il presidente del Consorzio, Ismaele Ridolfi – E il bilancio ambientale è uno degli strumenti di cui ci siamo dotati, proprio come azione per prevenire e combattere gli effetti dei cambiamenti climatici, che sono purtroppo una realtà pure sul nostro territorio. Si tratta di uno strumento di rendicontazione e di comunicazione volontario, col quale intendiamo coinvolgere tutti i portatori di interesse nell’analisi dei risultati ambientali della nostra attività istituzionale, dove operiamo preventivamente abbattendo l’emissione di anidrite carbonica, attraverso la piantumazione di alberi, l’educazione ambientale e molte altre iniziative”.

Dopo numero “zero” dello scorso anno, si può dire che quello di quest’anno è il primo vero bilancio ambientale del Consorzio: perché permette un confronto comparato tra le ultime due annualità. Dal 2019 (anno della dichiarazione di emergenza climatica) al 2020, l’Ente consortile può così “misurare” i risultati delle sue azioni a favore dell’ambiente.

“Oltre alla piantumazione di alberi, l’educazione ambientale e alla collaborazione con le associazioni del territorio per la raccolta di rifiuti e plastiche in alvei e argini, abbiamo dato vita a una grande e importante molteplicità di azioni – sottolinea Ridolfi – Penso alla “manutenzione gentile” dei nostri corsi d’acqua, al sistema di segnalazioni ambientali strutturato dall’Ente in modo ramificato sul territorio, all’attivazione dell’Urp telematico, agli acquisti verdi, alla partecipazione attiva ai contratti di fiume e di lago, alla “carta di identità” che stiamo realizzando per i nostri fiumi, frutto del lavoro di un gruppo interdisciplinare di cui fanno parte agronomi forestali, ingegneri e biologi”.

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