Anno XI 
Mercoledì 10 Settembre 2025

Scritto da Carmelo Burgio
Politica
01 Novembre 2024

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Il recente fatto di cronaca di Verona ha evidenziato più reazioni degne d’attenzione. Dall’assessore scaligero che ha sostenuto che invece di aiutare l’immigrato, gli si è sparato, a chi ha candidamente assicurato che non avrebbe avvertito l’assenza del maliano, agli amici del morto che hanno deciso unilateralmente che si sia trattato di omicidio razzista e che il poliziotto vada condannato.
Oblio totale per analoghe aggressioni finite male per carabinieri e poliziotti.

Me l’aspettavo, peraltro, che adesso si sarebbe tornati alla neverending story del TASER, una di quelle perfette per il nostro Paese delle Banalità.

Non avendo tempo per approfondire oggi che si fa nei TG? Si prende un bel collega giornalista-opinionista che non si è mai trovato a tu per tu con uno che ti vuole squartare a coltellate, o al massimo un appartenente d’alto rango alle Forze dell’Ordine che non può dire altro, pena scomunica, e si tranquillizza il popolo. Il TASER ci salverà, era ciò che ci voleva.

Qualche parola sento l’obbligo di dirla.

Il TASER non è il raggio di Goldrake, l’eroe dei fumetti MANGA. Non premi un grilletto e, magicamente, il cattivello esagitato finisce in bambola e K.O. tecnico.

Il TASER spara due aghi, che non hanno velocità né forza di penetrazione di una pallottola, e devono entrambi conficcarsi nella pelle del bersaglio. Per cui se è ben coperto con giaccone, cappuccio, guantoni, magari non entrano a sufficienza sottocute. Naturalmente occorre mirare bene, e da breve distanza.

Inoltre se fallisci il colpo, e il bersaglio ha un bel coltellaccio, ti si avventa contro e devi gettare il TASER e tirare fuori la pistola (ammesso che abbia voglia di affrontare il rischio di dover spiegare in processo perché abbia sparato, invece di giocare a “guardie e ladri”). In caso contrario, o se non sei abbastanza veloce, ti sventra.

Nel corso somministrato al personale delle FF.P. (quando ero in servizio ho voluto personalmente rendermene conto), si prescrive che non lo si punti alla regione cardiaca, ai genitali, all’area circostante il cuore, al capo. Ovvio che in caso accada siano colpite queste parti, e quello che da carnefice diviene vittima si senta male, il sostituto procuratore chieda le prescrizioni e incrimini il tutore dell’ordine. Se poi si ha a che fare coi pochissimi sostituti per default avversi alle FF.P., che la vittima si senta male diventa un optional, e l’agente che non ha usato come prescritto l’arma va indagato e rinviato a giudizio. Magari, perché razzista, voleva provocare dolori ingiusti e esagerati. Del resto dalla sua il nostro sospettoso – beninteso rarissimo – sostituto ha autorevole documento-studio d’importante commissione dell’UE, ben indirizzata politicamente, attestante il latente razzismo delle polizie italiche.

Insomma, il TASER è la panacea di tutti i problemi? Non lo credo proprio. Va bene – in situazioni come quella veronese – a condizione che il personale delle FF.P. intervenga in gruppo, di cui 1 o più tengano pronta la più efficace pistola cal. 9 PB per dar manforte. Ma se sei da solo, meglio una buona botta cal. 9 PB, naturalmente doppiata come prescrive l’addestramento.

Che è l’argomento dove volevo finire.

L’operatore di polizia va addestrato bene, e in genere si può sostenere che lo sia, almeno quello dei reparti di pronto intervento. L’addestramento però non deve limitarsi al saper mettere i colpi in sagoma, ma anche ad adottare la giusta postura nell’affrontare la minaccia, porsi al riparo dall’attacco, comprendere quando solo l’esplosione fatale dei colpi con l’arma in dotazione può aver ragione della minaccia, col minor rischio per passanti e se stesso.

Se è ben preparato, manterrà la freddezza perché consapevole di saper intervenire, sparerà solo quando proprio è necessario, e non avrà bisogno di palliativi, alabarde spaziali, raggi fulminanti che poi tanto fulminanti non sono.

Pertanto una forza di polizia moderna, con personale ben selezionato sotto un profilo psicologico, e altrettanto ben addestrato, non necessita di giochini elettronici, che mi sembra abbiano l’unico scopo di salvar la vita di chi vuole offendere e aumentare il livello di rischio dell’operatore. Quelli vanno bene con l’esagitato, ma da pattada a machete, da coltellino a coltellaccio in su nella scala della letalità, 2 belle botte cal. 9 restano l’unica, incontrovertibile, soluzione raccomandata dalla casa.

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