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Scritto da marco leonardi
lettere alla gazzetta
23 Ottobre 2024

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento inviatoci a seguito della pubblicazione di un articolo a firma dell'ex senatore Carlo Giovanardi sulla vicenda di Ustica ossia la tragedia del Dc 9 Itavia nella quale perirono 81 persone:

In merito all'articolo "Ustica e Bologna, due stragi ancora misteriose" dell'8 ottobre, mi sia consentito di svolgere alcune precisazioni.  Le considerazioni dell'autore contengono, infatti, una serie di inesattezze o refusi, che meritano di essere affrontate e chiarite per amore della verità storica.

Partiamo dal cosiddetto "Lodo Moro". Essenzialmente un accordo informale che prevedeva la possibilità per i miliziani palestinesi di muoversi sul territorio nazionale, garantendo loro, anche qualora fossero stati scoperti in possesso di armi o esplosivi, una rapida messa in libertà. In un appunto del SISMI (Servizio segreto militare) del 1982 si legge quanto segue: "l'impegno assunto  circa la neutralizzazione non prevedeva il transito, ma negli ultimi mesi erano in atto contatti intesi ad escludere l'Italia anche come area di transito.  Secondo alcune testimonianze e in misura più riduttiva, fu un accordo politico fra Olp e Italia, che Aldo Moro volle fin dal 1971, affinché gli uomini di Arafat non facessero attentati in Italia. In cambio l'Italia avrebbe offerto appoggio politico affinché l'Olp fosse riconosciuta dalla Comunità Europea. In sostanza, una neutralizzazione del territorio italiano in cambio di un riconoscimento politico.

In ogni caso, non esiste alcun riscontro documentale o testimoniale attendibile, che corrobori o legittimi l'affermazione per la quale i miliziani avrebbero avuto mano libera contro obiettivi ebraici italiani. Nulla ci autorizza a pensare che un uomo accorto e sinceramente democratico come Aldo Moro avrebbe offerto copertura politica ad un simile accordo criminale e apertamente antisemita.

Veniamo ora alla strage di Ustica. L'aereo precipitò il 27 giugno (non il 17) 1980 e la compagnia aerea era l'ITAVIA. I quattro generali processati per "concorso in alto tradimento" non furono assolti per non avere commesso il fatto, ma perché il fatto non sussiste, quindi con piena formula assolutoria. La sentenza venne confermata nei diversi gradi di giudizio. La sezione penale della Corte di Cassazione, nelle motivazioni della sentenza, confermò anche l'inconsistenza della tesi della battaglia aerea, in quanto  "l'esistenza di un velivolo che volava accanto al DC9 ITAVIA è supportato solo da ipotesi, deduzioni, probabilità e da basse percentuali e mai da certezza".

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