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Appello di due sorelle a Eugenio Giani per la madre malata: "Presidente ci aiuti, siamo disperate"
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Il Tranquillo Boom dell'Imprenditoria Online a Lucca
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Un necrologio di emozioni per salutare la scomparsa di José “Pepe” Mujica, ex presidente dell'Uruguay
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Lucca per nomadi digitali: dove lavorare e cosa visitare
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Fumare sigarette e consumare i derivati del tabacco potrebbe diventare qualcosa che appartiene solo al passato ma che si perpetua tutt’ora a causa della dipendenza da nicotina; oggi fumare assume un nuovo significato a causa della responsabilità di cui si è consapevoli e dalla quale non ci si può sottrarre.
L'atto di fumare ha assunto negli ultimi anni un nuovo significato anche perché il termine utilizzato per designare questa attività è “svapare”. Si tratta di una possibilità differente che induce molti a smettere con le sigarette classiche. Svapare appartiene al mondo dei vapers, ovvero di coloro che utilizzano la sigaretta elettronica, detta e-cig.
Questa comunità, quando si trova a comprare liquidi per sigaretta elettronica può scegliere tra miscele contenenti nicotina o in cui la sostanza è assente; ecco un approccio differente al vizio, alla propria quotidianità e alla cura del proprio benessere psicofisico.
Essendo un'alternativa al tabacco sempre più diffusa nel mondo, si possono riconoscere diverse categorie di fruitori; questi rispecchiano, in qualche modo, quelli che altrimenti fumerebbero sigarette tradizionali.
Si tratta di uomini più che di donne, la maggior parte concentrati nella fascia centrale dell'Italia, l'età di riferimento è quella tra i 25 e i 34 anni:
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Secondo un'indagine DOXA del 2018, la categoria “fumatori abituali di sigarette tradizionali che fumano anche la sigaretta elettronica” rappresenta la maggioranza. Purtroppo, in genere, i fumatori duali impiegano nicotina anche nella sigaretta elettronica
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La categoria “ fumatori abituali di sigarette che usano la e-cig per eliminare la sigaretta elettronica” (interrompendo quindi l’assunzione di tabacco) è composta, in Italia, da un adulto su dieci
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Il gruppo cui appartengono “fumatori di e-cig non fumatori di sigarette tradizionali” è il meno popolato tra tutti
L’astinenza da nicotina è una malattia
Smettere di assumere nicotina è una scelta importante che non può essere affrontata senza la giusta determinazione. L’astinenza da nicotina è considerata una malattia a tutti gli effetti le cui cause cominciano ad essere chiare nel mondo scientifico.
I fumatori, incalliti e occasionali assumono la nicotina in maniera costante e il corpo umano è particolarmente sensibile all'introduzione di questa sostanza.
Il cervello tende a rendere imprescindibile la presenza di nicotina considerandola parte di determinati processi chimici e secondo i ricercatori è l'abitudine a questa presenza a causare i sintomi dell'astinenza nel momento in cui si smette di fumare.
Le cellule cerebrali, quando si abolisce il fumo, avvertono l'assenza di nicotina e si comportano come se a mancare fosse qualcosa di indispensabile.
Il lasso di tempo che impiega l’individuo cercando di abituarsi all’assenza della nicotina è variabile e dipende sia dal corpo che dal cervello.
I possibili sintomi da astinenza riguardano innanzitutto il desiderio irrefrenabile di fumare, poi si possono avvertire: nausea, mal di testa, crampi e andare incontro alla stipsi.
Inoltre l'umore varia tra: irritabilità, collera, depressione... e in più, è possibile avere problemi di aumento dell'appetito, di concentrazione e di sonnolenza o viceversa, di sonno notturno disturbato.
Tutto questo può accadere e non accadere, anche a chi sceglie di utilizzare la sigaretta elettronica per abbandonare quella classica.
Nel momento in cui, per esempio, si diminuiscono gradualmente le dosi di nicotina dal liquido della sigaretta elettronica si può andare incontro al miglioramento dei sintomi e quindi accorgersi che il percorso stabilito potrebbe avere successo
In ogni caso, chi smette di assumere nicotina può comprendere se la fase che si attraversa non è più quella acuta: nel momento in cui da un'esigenza prepotente di fumare, questa si riduce o è assente in certe situazioni; quando dall'umore irritabile si passa ad una maggiore tranquillità e il senso d'ansia diminuisce lasciando spazio anche a pensieri positivi rispetto al proprio percorso.
Gli studi sulla e-cig, un potenziale da non tralasciare
Assodato che le sigarette elettroniche spesso vengono vendute come un aiuto per smettere di fumare e il fatto che molti fumatori le vedono come un metodo per abbandonare questo vizio,si può anche riconoscere il fumo come uno dei problemi sociali che globalmente ci “incatena” da secoli.
I dispositivi di vaporizzazione (e-cig) sono argomento di ricerca ancora troppo poco affrontato considerando che sicuramente creano meno dipendenza delle sigarette normali: si può controllare la concentrazione della nicotina nei liquidi da vaporizzare, vuol dire molto!
Il recente boom nell'uso di questi dispositivi è collegabile al forte interesse della comunità verso questa innovazione, proprio perchè potrebbe aiutare a smettere di fumare.
Un aumento significativo delle persone che abbandonano il rito del fumo è comunque un grande passo in avanti a favore della lotta contro il mostro “tabagismo”, anche se studi futuri dovessero far emergere i potenziali danni alla salute o all’ambiente delle e-cig.
Nelle gravidanze e negli effetti sullo sviluppo strutturale biologico dell’individuo, non sono ancora state trovate prove che definiscono se le sigarette elettroniche possono influenzare o meno il percorso di una gravidanza, o se l'uso da parte delle donne incinte delle sigarette elettroniche influisce o meno sullo sviluppo del feto. Meglio evitare.
Sono necessarie ulteriori ricerche per capire in quali circostanze le sigarette elettroniche possono aiutare gli adulti a smettere di fumare e se non sono dannose; i vantaggi che derivano dall'uso e-cig potrebbero in ogni caso non essere privi di rischi.
Valutare tutte le opzioni, considerare l’esiguità delle sperimentazioni e decidere se si è disposti a provare questa nuova esperienza invece dei classici metodi per smettere di fumare, come le gomme da masticare o i cerotti alla nicotina, permette di fare una scelta ragionata e garantisce un’esperienza piacevole.
Certamente più ci sarà richiesta di questi prodotti, più si intensificheranno gli studi che ne dimostrano i benefici e la sicurezza; per ora, acquistare un buon dispositivo e cercarsi gli shop online che vendono dei liquidi di qualità, come ad esempio lo shop Terpy.it, limiterà anche i potenziali danni del fumo “elettronico”.
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera aperta sullo stato della slute della gente che abita la Piana al di là di ogni valutazione di carattere economico o ambientale:
La Piana di Lucca respira veleni e non succede nulla: perché non proviamo altre strade, come la pirolisi?
Non ci appassiona la diatriba fra Liano Picchi e Maurizio Marchetti, anche se la nostra posizione è certamente orientata verso lo sviluppo e non verso la retroguardia, la conservazione di uno status quo che non ci sembra porti particolari vantaggi, né in termini ambientali né, a maggior ragione, in termini economici, a meno che non si voglia considerare economia la possibile svalutazione di un immobile, che pare terrorizzare qualcuno.
Nel dibattito, a nostro avviso, che si è acceso fra i due contendenti, manca o resta in sottofondo un dato importante: quello della salute. Infatti, la situazione del pulper di cartiera e il suo smaltimento ha grosse ricadute in questi termini e, secondo noi, è uno degli elementi determinanti della altissima concentrazione di Pm10 e altre polveri sottili che fanno della piana di Lucca uno dei luoghi più inquinati d'Italia, con gravi conseguenze sanitarie.
Certamente piazzali interi di pulper e centinaia di camion che girano per smaltire il carico sono, oltre che un costo evitabile, un grande fardello sulla salute di tutti. Aggiungiamo questo altro elemento alla discussione: abbiamo visto di persona in Piemonte un impianto di pirolizzazione all'opera e ci sembra una soluzione veramente perfetta da adottare, anche a piè di fabbrica. L'impianto lavora a temperatura superiore a 1000 C° in assenza di ossigeno, questo permette di abbattere ogni tipo di emissione in atmosfera e al suolo. Ripetiamo, c'è un impianto esistente e funzionante che procede grazie alla pirolisi. Perché non approfondire? Le aziende ci guadagnerebbero, i cittadini, anche.
In salute, circolazione stradale, energia a basso costo (quella prodotta dall'impianto). Allora, perché non si fa?