Alla fine, dunque, il mitico chiosco Specialità da Piero – all’esterno di Porta Santa Maria - verrà demolito. Non ci sono più dubbi al riguardo, è solo questione di ore, al massimo di giorni. Sabato scorso c’è stato il saluto ideale alla città: avremmo voluto esserci, ma purtroppo non eravamo nei paraggi per impegni presi in precedenza. E ci dispiace molto. Da quando la famiglia Pepi ha annunciato sui social la chiusura dell’attività – che di fatto, era già realtà da diversi mesi -, è partita subito una lunga catena emotiva di reazioni da parte dei lucchesi, che a questo luogo sono affezionatissimi. E del resto, non potrebbe essere altrimenti. Alzi la mano chi non si è mai fermato per un bombolone o un frate caldo, magari prima di andare alle giostre o subito dopo la Luminara di Santa Croce. Perché i dolci da Piero sono stati – per generazioni – un classico irrinunciabile, soprattutto durante il Settembre Lucchese. Questa storia di 70 anni, adesso, viene cancellata. E dalla famiglia Pepi sono arrivate parole nette: “Nessun ripensamento, la chiusura è definitiva”. La politica, come spesso accade in questi casi, si è fiondata dentro a questa ondata di tristezza mista a rabbia da parte dei lucchesi. E ancora una volta non ci ha fatto una bella figura. La demolizione del chiosco – giova ricordarlo – è una soluzione diventata concreta durante l’amministrazione comunale di centrosinistra guidata da Alessandro Tambellini, esplodendo mediaticamente nell’autunno 2021. E’ quello il momento in cui diversi esponenti dell’attuale maggioranza – ricordiamo in particolare in prima fila l’oggi assessore al turismo Remo Santini – si erano stracciati le vesti, inveendo contro l’insensibilità della sinistra. Che dal canto suo si difendeva sostenendo come la decisione di chiudere il chiosco fosse inevitabile, leggi alla mano, perché la struttura non era compatibile dal punto di vista paesaggistico e architettonico con le Mura. La lotta della famiglia Pepi non si è arrestata e, fra un ricorso e una perizia, è arrivata fino al dicembre 2024, quando una sentenza di tribunale ha sancito in modo definitivo come il chiosco vada demolito. E arriviamo dunque a oggi, con lo scenario completamente ribaltato: la maggioranza di centrodestra parla adesso di “rispetto della legalità”. Parole che arrivano da chi 4 anni fa abbaiava contro Tambellini & C., “rei” al tempo di usare le stesse motivazioni. La sinistra non fa di meglio, però, attaccando l’amministrazione Pardini con le stesse argomentazioni usate dai loro rivali nel 2021. Un teatrino stucchevole, allora come oggi, che ha sortito un solo risultato: nessuno, né di un colore politico né dell’altro, ha saputo trovare una soluzione alternativa. Chapeau.